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sabato 27 ottobre 2018

Negozi Chiusi la Domenica e Apocalisse Zombie

Nella ridente Mordor dove vivo tutto è chiuso la domenica.

La cosa mi rende felice.


Mi fa felice, OVVIAMENTE, per una questione di giustizia sociale e solidarietà. Non mi fa piacere per il fatto che ogni cavolo di sabato in cui vorrei stare a casa a fare ciò che preferisco, cioè nulla, devo invece trascinarmi a fare la spesa e poi, PUNTUALMENTE, la domenica mi rendo conto di non aver comprato carta igienica e olio do oliva, e mangio verdure fritte nell'olio di colza lasciato dall'inquilina precedente mentre cerco i tovaglioli con scritto "Buon Compleanno" della mia ultima festa.

Non avessi una coscienza, mi getterei felice in quell'opulenza capitalistica di Stati Uniti e Giappone per cui si può comprare qualsiasi cosa a qualsiasi ora. Andare la domenica sera a comprare l'Häagen-Dazs al te verde o rimpinzarsi di kit kat ad un 7-Eleven dopo una serata fuori è BELLO, non so come metterlo in altri termini.

PERO', mi pare giusto lasciare che la gente non lavori il week end. 
Lo dico da persona privilegiata, che dopo essersi fatta un po' il mazzo a studiare (comunque senza mai lavorare un giorno in miniera, ecco), ora può tranquillamente fare gli orari che vuole. 
Giusto per farvi venire invidia, io il lunedì a volte mi alzo alle 8, decido di stare a letto un'altra mezzora, poi faccio colazione a letto guardando la pioggia sulla finestra e, calda e felice e piena di caffè, penso alla gente meno fortunata di me che in quel momento sta facendo qualcosa di utile e produttivo.

Da questa prospettiva, capirete che mi viene difficile dire "oh bè, vorrei proprio che gli Indiani del negozietto sotto casa stessero aperti pure la domenica, perché tutto sommato vedere la gente che lavora per me quando io non faccio un cavolo è la cosa più vicina all'avere dei servi che possa provare" e poi tornare a mangiare le mie ostriche.

Ovviamente, conosco gente a cui piace lavorare anche i week end, suppongo perché adorino avere delle scuse pronte per evitare gli inviti a pranzo dei suoceri la domenica. Queste persone di solito infatti scelgono dei tipi di lavoro per cui BISOGNA lavorare il week end, tipo cuochi o infermieri o receptionist in albergo.

Sono molto grata a questa gente che SCEGLIE di fare questi lavori (anche se io ho un gruppo di amiche che ho visto tutte assieme l'ultima volta nel 2016, mannaggia ai lavori su turni). Però credo sia anche giusto limitare lo scazzo della gente che scegliere non può e che si ritrova costretta a lavorare un po' quando glielo chiedono. Per esempio, io che ho studiato quello che mi pareva e mi sono scelta un lavoro ho potuto decidere che tipo di orari volevo fare. Mio cugino che fa l'infermiere e ha studiato per farlo l'ha fatto con la consapevolezza che aveva la scusa pronta per saltare ogni singolo pranzo di Natale con imbarazzanti interrogatori dei parenti sulla sua situazione sentimentale. Il poraccio che a scuola non c'è andato perchè non aveva soldi, che è arrivato dalla Siria/Senegal/Somalia (aggiungi Paese a caso, anche non con la "S") e a cui la laurea in ingegneria non è stata riconosciuta, non può permettersi il lusso di scegliere. Va a lavorare al supermercato e fa gli orari che gli dicono. Magari la domenica vorrebbe pure passarla con i suoi figli, o a giocare a cricket, o a farsi le canne sul divano come tutti noi, però non può. 

Quindi il mio bermi l'olio di colza e usare i tovaglioli delle mie feste passate in bagno è un modo per essere solidale con questa gente.

Perché alla fine pure loro si meritano dei week end, e io non ho tutto questo bisogno bruciante di comprare mutande, farmi le unghie, e portare ad aggiustare il telefono alle sette della domenica mattina. 

Bochum (o Mordor, il suo nome più calzante), però, talvolta porta tutto ciò all'estremo. 
La domenica la città si svuota e, nel camminare per le strade deserte, si sente un fruscio.
Di solito quando lo percepisco corro a casa, ma sono quasi sicura siano gli Zombie che stanno uscendo dalle fessure della strada.
Infatti Mordor è costruita su una miniera, grande quanto tutta la città, e ogni tanto nel costruire le case si aprono delle voragini.
Spesso mi immagino che la domenica non ci sia in giro nessuno perché gli Zombie, usciti da queste miniere abbandonate, abbiano mangiato i cervelli di tutti gli abitanti della città pucciandoli nella salsa curry. 


Invece, la ragione è che tutto è chiuso.
Non solo i negozi e gli uffici, ma anche i bar, i ristoranti, i café.
Deserto cosmico, con la sola eccezione delle pompe di benzina che vendono di tutto, dall'olio alla carta igienica, e fanno affari d'oro.

E l'Apocalisse Zombie non si limita alla domenica, ma, in alcuni casi, a tutto il week end. 
Un sabato a pranzo volevo andare a mangiare con un'amica in un pub che è generalmente aperto anche a mezzogiorno. Ma il sabato, SOLO IL SABATO, quando la gente ha giustamente più tempo, apre solo il pomeriggio.
E' stato molto difficile trovare un posto dove sederci.
Poi la mia amica doveva organizzare un viaggio per il giorno dopo. Constatato che il bus per la stazione, essendo domenica, non c'era, ha chiamato una compagnia di taxi.
Che, OVVIAMENTE, le hanno detto di attaccarsi al tram (letteralmente) perché loro, la domenica, non lavorano.

La morale? Che io sono solidale con i lavoratori e secondo me è sbagliato tenere aperti servizi commerciali che non sono necessari, ma ho delle domande:

-Abitanti di Mordor, ma a voi proprio fare i soldi vi fa schifo? E apritemi il pub il sabato, che vi pago, suvvia
-Abitanti di Mordor, ma voi come ci andate in giro la domenica?
-Abitanti di Mordor, ma voi la domenica che fate?

A giudicare dall'alto numero di sexy shop e di bambini che ci sono in Germania, la risposta alle ultime due domande potrebbe essere che gli abitanti di Mordor stanno a casa, e sanno benissimo come divertirsi senza negozi o ristoranti aperti. 

E poi così, quando gli Zombie escono dalle buche, non trovano nulla da mangiare. 



Più amore, meno capitalismo. 

giovedì 11 ottobre 2018

Formaggio e Cipolle

Hans sta camminando per il Triangolo delle Bermuda, il luogo della movida di Mordor. Si chiama così perché dovrebbe essere un incrocio di tre strade, ma in realtà è una lunga via con bar, ristoranti, e talvolta studenti che vomitano. La domenica è talmente vuoto che, mi giurano, ci hanno ambientato un fumetto che parla di zombie.

Ma Hans è li in un caldo sabato pomeriggio che brulica di Tedeschi pronti a godersi i sette gradi di raggi pallidi. Mentre si sposta da un bar all'altro con in mano la sua birra, Hans capisce di avere fame.

Da buon Tedesco, si avvicina ad un banchetto che fa currywurst. E' una pietanza che mischia il grasso con i coloranti chimici, ma Hans trova che non sia abbastanza. Legge su un cartello posto di fianco al banchetto che è possibile aggiungere formaggio e cipolle.

Facciamo un po' di pubblicità al currywurst, dai


"Buongiorno, vorrei un currywurst per favore. Con formaggio, ma niente cipolle, grazie" ordina Hans.
Mentre la rubizza signora del banchetto spalma con vigore la salsiccia di curry, Hans si perde a guardare quei due o tre ratti che escono dai buchi dei lavori in corso e felici girano per le strade di Mordor. 

"Ecco" dice brusca la signora, porgendo la vaschetta del currywurst.
Hans mette le monete sul banchetto e afferra la vaschetta. Rimane presto deluso: ci sono sia formaggio che cipolle.

"Mi scusi" chiede, educato "Io avevo chiesto solo formaggio, ma niente cipolle. Non mi piacciono le cipolle"
Hans è tedesco dalla punta dei capelli alla punta delle crocs, e non è possibile che ci sia stato un problema di comunicazione con la signora dei currywurst, and lei teutonica da generazioni.

La signora però si secca, scuote un po' la grossa testa, si mette a giocherellare nervosa con la collana di finte perle che ha al collo. E' chiaro che non vuole rifare il panino.

"Bè, è stata colpa tua" dice infine "FORMAGGIO VUOL DIRE CIPOLLE"

E Hans si è dovuto mangiare le cipolle che odia.



(Questa è una storia vera raccontata da un amico tedesco a cui qui ho cambiato il nome per privacy. Il contesto era il seguente: Io mi stavo lamentando del fatto che i Tedeschi non si prendono mai la colpa di nulla e anche quando sbagliano loro incolpano te. Lui con questa storia mi ha fatto sapere di pensarla allo stesso modo)