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venerdì 22 luglio 2016

I soliti Italiani

Io odio essere un'Italiana stereotipata. Infatti non lo sono. Non parlo gesticolando, non arrivo sempre tardi, non parlo sempre Italiano pure quando la gente intorno a me non lo capisce. Manco mangio la pasta (un po' per la celiachia e un po' perche' sono una proud lombarda che predilige il risotto).

In particolare, una cosa per cui ODIO gli Italiani (sia all'estero che in patria), e' quando cercano di fregare la gente. Della serie "Massi', non stiamo a fare il biglietto che non ci controllano", "Massi', vai di qui che salti la fila", "Massi' non stare a pagare questo che e' un amico di mio cugino e ci parlo io". Lo faccio perche' ho visto tanti Paesi dove le cose funzionano meglio che in Italia e mi sono sempre chiesta "Ma se in italia tutti pagassero le tasse, nessuno fosse raccomandato, e nessuno cercasse di fregare il prossimo, non staremmo meglio anche noi?" 

Per cui io faccio tutto in modo PRECISO. Pago quello che devo pagare. Seguo le regole. Se mi si dice di fare una cosa la faccio. Vado a restituire i soldi nei negozi se mi danno troppo di resto. Insomma, pure prima di venire qui ero gia' crucca dentro. 

Non so se Terzani l'abbia detto davvero ma mi piace

Finche', ovviamente, non mi sono messa ad esplorare la Renania-Westfalia. Grazie al mio abbonamento ticket 2000 posso andare ovunque e portarmi dietro chi voglio. Quindi sono andata a Dusseldorf, Colonia, Bonn, Krefeld. 

In tutti questi viaggi mi sono detta: ma non c'e' nessuno che controlla i biglietti? Infatti, mi e' successo di essere controllata una volta sola da un rubizzo crucco che non so esattamente cosa mi abbia detto, ma che sono abbastanza sicura non mi abbia fatto nessuna multa.

Cosi', mentre lodavo con amici e conoscenti l'integrita' morale del Tedeschi ("visto? Noi sempre a cercare di fregare e qui, qui neanche hanno bisogno dei controllori sui treni, dal tanto sono onesti! Ecco perche' qui lavorano e noi tutti con le pezze al sedere!"), mi sono imbattuta nella Stranezza #4.

Ovvero, che solo certe citta' sono accessibili con il mio abbonamento dei mezzi. Altre no. Come mai non sapevo questa cosa? Perche' io ero CONVINTA di aver capito tutto sul funzionamento del mio abbonamento, ma non era vero. Probabilmente l'impiegata dei trasporti mi ha detto "Guarda bella bambina che non puoi andare fino a Bonn, perche' l'abbonamento non lo copre" ma io, grazie alla mia fluency, ho capito "Ehi bella bambina, noi ora liberiamo nell'aria 99 palloncini rossi e poi ci spariamo addosso" e cosi' ho deciso di ignorare la cosa.

Per cui, in questa terra di onesta', trasparenza e bei sentimenti, quella che stava truffando il sistema ero IO.
Ma lassu' credo qualcuno mi ami, visto che l'UNICA volta che mi hanno controllata evidentemente era in una zona che il mio abbonamento copriva.

Per cui, cari lettori che ora sapete il mio segreto, non ditelo a nessuno. Piuttosto, ammirate i Tedeschi per la loro onesta' (e anche per il fatto che nella metro hanno delle scale mobili che vanno in due sensi- cioe', la stessa scala sale se hai bisogno di salire, e scende se devi scendere. Ecco perche' sono piu' avanti di noi, sono GENIALI). 

4 commenti:

  1. E se sulla scala ci arrivano in due, uno per salire, l'altro per scendere, cosa accade?
    Lo stallo?

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    1. Uno dei due aspetta... oppure lo stallo, ma ancora non ho avuto modo di constatare con i miei occhi...

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  2. A Berlino pure io ero rimasta molto stupita che, per prendere la metro, non ci fossero tornelli o altro, tipo Milano... mi sembrava molto che facessero "a fidarsi"... poi ho parlato con la guida di un tour che ho fatto che mi diceva che invece di controlli ce n'erano... e se ti beccavano senza biglietto... erano cavoli amari!!!

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    1. Si, controllano, pero' io in un mese e mezzo a prendere la metro due volte al giorno sono stata controllata forse due volte... sai quanto si potrebbe fregare se si volesse!

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