Una delle cose che mi piace del mio
lavoro e’ che mi manda in posti inaspettati, dove magari di mio non andrei. Non
perche’ non siano belli, ma perche' quando mai capita di andare a Tartu per i cavoli propri? Ed e' cosi' che sono finita in Estonia.
L'Estonia, e Tartu in specifico, mi ha molto affascinata perche' e' un Paese che da una parte ricorda il periodo sovietico (o meglio, "occupazione", come hanno insistito gli Estoni che ho incontrato), e a tratti e' pure un po' sgarrupato stile Scampia del Baltico
Questa e' la chiesa in centro a Tartu, che come notate non e' nuovissima |
Casa storta, che manco a Pisa |
Al contempo, l'Estonia e' tecnologicamente molto avanzata. Il bus che ho preso da Tallin a Tartu aveva schermino tipo aereo con cui si va su Google e
si guarda Puss in Boots, e poi si usa il wi-fi per twittare la cosa. E il tutto per otto euro. L'Estonia ha una delle meglio connessioni Internet al mondo, e ha inventato SKYPE. Cioe’, senza l’Estonia noi saremmo qui ancora a farci le telefonate intercontinentali e io non potrei guardare Game of Thrones a distanza con il mio compagno, ci rendiamo conto?
Per questo motivo l'Estonia viene chiamata e-Estonia, e questa cosa ha mandato me e i miei colleghi in brodo di giuggiole, visto che eravamo li' per una conferenza a tema Internet. Ovvero un posto dove nessuno parla e chiunque sta attaccato al proprio smartphone, ma dove, a differenza di quello che accade in altri contesti sociali, e' assolutamente accettato e anzi incoraggiato.
Vorrei ora scrivere che la cosa che mi e' piaciuta di piu' dell'Estonia e' qualcosa di intellettuale o culturale, ma la verita' e' che e' stato il connettermi a Internet nei posti pubblici senza dover inserire il nome del cavallo di mia nonna e delle particelle del mio DNA per autenticarmi nei siti.
La seconda cosa che mi e' piaciuta e' stata la
tradizione della sauna Finlandese. C’era una spa nel mio albergo, e io
insomma, forse, magari, potrei aver saltato una sessione o due della conferenza
per starmene a mollo nell’acqua calda. Ma solo per integrarmi con la cultura
locale. E per sopravvivere al fatto che l’Estonia e’ per ora l’unico Paese che
abbia visitato e che mi faccia sembrare la Germania calda.
Tartu e’ una citta’ studentesca con
l’Universita’ piu’ antica del Paese.
Universita' di Tartu |
Infatti proprio in centro c’e’ una statua
di due studenti che si baciano, che erano il nipote dello scultore ed una tizia a caso che si stava limonando.
La statua dei due che limonano, giustamente con l'ombrello perche' l'Estonia non pare esattamente baciata dal sole |
Oltre a pomiciare, gli studenti hanno
anche la tradizione di attraversare un ponte. Il ponte, fatto chiaramente
da Calatrava prima della laurea, ne sostituisce uno di pietra molto piu’ bello
bombardato dai nazisti (sti crucchi, sempre). E voi direte, che difficolta’
c’e’ ad attraversarlo? C’e’, perche’ questi si arrampicano sull’arco superiore, che e' li solo a scopo estetico ed e’ strettissimo, scivoloso, e sempre ghiacciato, e rischiano di cadere in
acqua morendo malissimo. Perche’, evidentemente, nonostante la tradizione del limonare, questi non c'hanno poi molto da fare.
Il ponte che gli studenti attraversano rischiando di morire molto male |
Arrivati alla conferenza, ci siamo
subito precipitati sui gadget, che sono piu’ o meno il motivo principale per
andare ai convegni dopo le saune negli alberghi e l’alcol gratis. Ci danno un
portachiavi un po’ sfigato. E poi ci viene spiegato: in Estonia una legge vuole
che la sera si mettano addosso delle cose riflettenti. Perche’ loro vogliono ad
ogni costo che tu sia visibile al buio, probabilmente per meglio individuarti
quando ti arrampichi sui ponti.
In Estonia e’ anche considerato molto
scortese tenersi la giacca addosso all’interno degli edifici. Il che sarebbe molto piu' facile da seguire come norma se non ci fossero zero gradi in Ottobre.
Inclusa nella conferenza c’era anche
una serata con canti tipici Estoni. Sono arrivate quaranta donne che cantavano
la versione baltica di “quel mazzolin di fiori” vestite con gonne di
pannolenci grigio e dei nastrini rossi in testa. Una di loro ci ha spiegato il
significato delle canzoni. La prima canzone parlava delle scelte difficili che deve fare una
giovane donna nella vita: meglio cogliere una mela, o avere un uomo? (Non sapevo
fino a questo momento che le due cose si escludessero a vicenda). Un’altra
canzone si chiedeva: quando il suo amato le costruisce un’altalena, cosa deve
dargli in cambio una giovane donna? (E io qui ho subito proposto la mela). Avrei voluto ridere a queste spiegazioni, ma il fatto che non riuscissi mai a capire quando gli Estoni stessero scherzando e quando fossero seri complicava orrendamente le cose.
Poi, siamo stati portati ad un tour
della citta’ fatta da due guide appassionate di folklore. Neanche le guide avevano
una grande espressivita’ facciale o tantissima gioia di vivere, ma in
compenso il loro logo e’ formato da due corvi neri e giravano con un corvo di
peluche.
Ci hanno accolti dicendo che il tema
principale del tour erano le “human sausages”. Io ho subito iniziato a pensare
a dei doppi sensi e mi sono sentita un po’ infantile. Poi ho sentito le storie
che ci raccontavano e ho rimpianto che “human sausage” non fosse uno squallido
doppiosenso.
In compenso c’era un maiale.
Statua di un maiale in mezzo a Tartu |
Nel tour non abbiamo visto quasi nulla,
ma abbiamo preso tantissimo freddo e sentito diverse storie del periodo della seconda guerra mondiale,
quando Tartu era occupata prima da Russi e poi da Tedeschi e arrivavano i rifugiati da Leningrado sotto assedio.
Un periodo storico divertente, insomma.
Le storie contemplavano 1) un fratello
la cui sorella grassa viene rapita da dei medici che usano il grasso della
gente per degli esperimenti. Il fratello trova la sorella in un forno con il
grasso che cola, la salva ma lei poi non trova marito perche’ a quel tempo le
persone andavano cicciotte. 2) Gente che non aveva cibo e allora in tutta Tartu
c’era la leggenda metropolitana che esistevano delle fabbriche di salsicce
umane (quindi esatto, non c’erano doppisensi). Nonostante sia logicamente
impossibile che una citta’ in macerie avesse le risorse per fare delle
fabbriche del genere, I Tartiani (Tarini? Tartariani?) ne sono convintissimi e si arrabbiano se metti in dubbio la cosa 3)
C’erano questi rifugiati di Leningrado che erano chiamati bag boys perche’ possedevano
solo quello che avevano in una borsa, che di solito contemplava una lametta con
cui minacciare la gente per rubargli il cibo.
Tutto cio’ raccontato nel buio (e
nessuno aveva il portachiavi riflettente, da buon branco di fuorilegge), nel
freddo, e con il pupazzo di corvo ben in evidenza. E senza traccia apperente di humor.
Poi la guida dice che nel periodo si
mangiavano pure i gatti, e li spacciavano per conigli. Tutto il gruppo, che non
aveva mosso ciglio all’idea delle salsicce fatte di persone, si sono indignati:
ma come, mangiavano I GATTINI? D’altronde noi studiamo Internet, e i meme delle
persone non sono mai particolarmente trending su Twitter.
Ad ogni modo ora mi adoperero’ per
creare un gemellaggio Tartu-Vicenza.
La storia dei gattini ha risvegliato il gruppo dall'intorpimento e tutti si sono sentiti in dovere - guide Estoni incluse -di mettersi a parlare di quelle leggende metropolitane tipo il topo trovato nel pane di Tesco e i manici di ombrelli nella Nutella e lo sperma di toro nei panini del McDonald's.
Il tour e’ finito con il racconto delle
mogli degli ufficiali Russi a Tartu che giravano per negozi e vedevano della
lingerie di lusso, perche’ la moda a Tartu prima della guerra era meglio di
quella Russa. Cosi’ queste signore si compravano delle camicie da notte e se le
mettevano per uscire perche’ non sapevano fossero per dormire, e tutti le
deridevano. Non vorrei sembrarvi russofoba, pero’ queste erano le nonne delle
russe che mo vediamo fare shopping a Milano, qualcosa vorra’ dire.
Insomma, l’Estonia mi e’ molto piaciuta
e mi ha regalato delle grandi perle. Ora vado a rannicchiarmi in un angolo
nella calda Germania e lamentarmi del fatto che stasera non faro’ la sauna.
Tartu al tramonto |
Pensa, io sono stata a Tartu in viaggio di nozze. Non solo lì, abbiamo visitato tutti i paesi baltici. Di Tartu ricordo alcune chiese, una cioccolateria, il famoso ponte e un ristorantino-caffè vicino all'università. La storia delle salsicce ce la siamo persa!!
RispondiEliminaChe ti sei persa! A parte tutto, un giro dei paesi baltici mi ispira molto, prima o poi...
EliminaMa davvero Skype lo hanno inventato in Estonia?
RispondiEliminaGuardare Wikipedia per credere https://en.wikipedia.org/wiki/Skype
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