Dopo molti tentennamenti
mi decido ad andare dal dentista. Fosse per me, non ci andrei mai, ma ne ho
trovato uno che parla Inglese, un tedesco alto e biondo con l’accento di Ken
che fa i crauti, che mi fa i complimenti per come mi lavo bene i denti.
Poi però mi dice anche
che ho cinque carie e che vuole togliermi tutti i denti del giudizio.
Prendo a lamentarmi con
l’assistente di poltrona, appena CruccoKen se ne va a prendere non so quale
lastra. “Ecco, lo sapevo che mi diceva qualcosa di brutto” attacco io,
approfittando del fatto che anche la poverina parla inglese. “E’ che io ho i
denti sfigati, mi si cariano con niente, ma i denti del giudizio! Me li volevo
tenere… ma si può avere tanta sfiga?”
Da piccola quando perdevo
un dente da latte mi sdraiavo sul divano dicendo “Non potrò mai sopravvivere a
questo terribile dolore!” e infatti mi chiamavano Eleonora Duse.
L'assistente di poltrona sorride e prova a
consolarmi. E’ proprio solare. Ha la pelle olivastra e gli occhi verdi, sembra
quasi italiana.
Le chiedo da dove viene.
“Siria” risponde lei
senza smettere di sorridere.
Quella mattina avevo
giusto ascoltato Deutsche Welle e parlavano delle armi chimiche nel Guta, ed ero quasi sicura di aver capito bene, nonostante il mio tedesco.
Improvvisamente mi sono
resa conto che si’, esistono sfighe peggiori che togliere i denti del giudizio.
Ma non mi scoraggio. La ragazza parla benissimo tedesco, sarà arrivata qui a due anni quando in Siria tutto andava benissimo e probabilmente tutto ciò
che sa della Siria è il kebabbaro all’angolo dove si fa la pausa pranzo.
Le chiedo da quanto tempo
è in Germania
“Quattro anni” dice lei
con il suo volto sereno. “Mi piace, ma l’Italia è più bella. Sono stata in
Sicilia, e mi piacerebbe di più vivere in Italia, ma prima devo fare i miei
studi per diventare dentista qui”
E niente, l’idea delle
carie e dei denti da togliere non è più sembrato il PEGGIO DI TUTTI I MALI.
Perché certe volte noi (o
almeno, tanta gente che conosco) si immagina i Siriani come gente aliena, che
vive nei campi profughi, che sta nei tendoni e cavalca i cammelli e schiavizza
le mogli e che si fa esplodere nelle
frontiere.
Invece sono persone come
l’assistente del mio dentista, che mi consola per le mie carie il giorno che il
suo Paese subisce un attacco con armi chimiche.
Sono persone come
l’informatico nel mio ufficio, che un giorno, mentre aspettava che si
installassero gli aggiornamenti sul mio computer, mi ha chiesto se a Pasqua
tornassi a casa.
“Si” ho detto io “Vado in
Italia, visito la mia famiglia. E t…………..”
E poi mi sono fermata e
non ho più detto nulla mentre attorno a noi volavano le balle di fieno
Sono persone come Selma,
una delle protagoniste del corso online Deutsche Welle che sto facendo.
Il corso in questione non
solo è gratis e fatto benissimo, ma invece di fare quei dialoghi scemi dei libri
di Inglese come John Johnson che viene da Londra, parla di problemi VERI. invece di personaggi piatti e stereotipati (Mario dall'Italia che mangia gli spaghetti, Jean-Jaques dalla Francia che fa i croissant), usa personaggi verosimili.
Per esempio, parla di
Selma che è una rifugiata Siriana, e il padre è medico ma deve lavorare in un
fast food. Selma è presentata come una ragazza intelligente, che vuole studiare,
trovarsi un lavoro, e sa il Tedesco molto meglio di me (un po’ come
l’assistente del mio dentista, poi. Perché se sei italiana puoi permetterti il
lusso di non sapere il tedesco, se sei Siriana no). Selma non è velata, ma sua
madre si, e apprezzo anche che abbiano messo un personaggio apertamente musulmano.
I genitori di Selma sono
severi con lei, ma sono descritte come brave persone. Il vero nemico, la persona più ignobile
di tutto il corso di lingua è Pepe, il fratello del fidanzato Spagnolo Nico,
una sorta di Enrique Iglesias con la leccata di mucca e il pelo a vista che è
attaccato ai soldi, bugiardo e maschilista
(Perché si, Deutsche
Welle spiega anche che gli stereotipi di genere sono sbagliati e parla di temi
come l’aborto. Un bagno di realtà che non avevo da quando facevo Cinese e tutti
i dialoghi del libro parlavano di operai comunisti).
Per farmi smettere di
lamentarmi, il dentista mi ha fatto fare una pulizia dei denti. Sono arrivate
due altri assistenti, una con un velo bianco in testa e una con un brillantino in
un dente. Mentre mi spalmavano della pappa rosina sulle gengive hanno preso a
parlare tra di loro in turco, e la cosa mi ha reso molto felice. Così avevo una
scusa perfetta per non dover interagire e trovarmi in quelle tipiche situazioni
dentistiche imbarazzanti a gorgogliare “vngr dl tllia” con la saliva che cola
dal mento e il sangue che schizza sui vestiti.
E anche qui, molti si
immaginano i Turchi come gente che gira con le scimitarre stile cattivi di
Aladin, che ruba e molesta, che si fa esplodere nei parchi pubblici, che
accoppa i ratti da mettere nel kebab.
Invece sono persone come
le assistenti del mio dentista (anche se, a essere sincera sincera, sulla cosa
dei ratti nel kebab non ci metterei la mano sul fuoco).
Sono persone come i
personaggi di un altro programma che guardo per imparare il Tedesco, ovvero
Turkish für Anfänger su Netflix.
Dal momento che il mio
Tedesco mi permette appena di prenotarmi le visite dal dentista, si tratta di
una commedia abbastanza semplice. Praticamente è la stessa trama dei Cesaroni
(che, da Wikipedia scopriamo, è stato trasmesso in tantissimi Paesi e ha vinto
premi in Spagna, esportiamo proprio solo il meglio).
Ci sono infatti due
genitori single che si mettono assieme e decidono di trasferirsi tutti in una
grande casa, con i figli adolescenti. Tra le due famiglie ci sono molte
differenze ma chiaramente e in modo molto prevedibile [spoiler alert, smettete
di leggere se bruciate dalla voglia di vedere questa serie] la figlia di lei si
mette assieme al figlio di lui.
La differenza con i
Cesaroni è (come i più arguti avranno intuito dal titolo) una delle due
famiglie è turca. La trama della serie non è particolarmente articolata –anche
se regala momenti meravigliosi, come un personaggio che va in coma dopo essere
stato investito da una BICICLETTA e un altro che è ferito gravemente perché
cade in un TOMBINO, e qui tutti quelli che dicono che i tedeschi non hanno
senso dell’umorismo ZITTI.
La serie all’inizio gioca
abbastanza sugli stereotipi. Il padre turco è pieno di peli e si deve fare la
ceretta. La madre tedesca è una pessima casalinga ed è molto liberale, tanto
che la figlia Lena (e qui arriva proprio la quintessenza della tedeschitudine)
le chiede per favore di darle delle REGOLE (non ho ancora visto l’ultima
stagione, ma sono quasi sicura che Lena alla fine delle serie diventi
un’amministrativa nella mia università).
La ragazza turca, Yagmur,
porta il velo e si sveglia di notte per pregare. Il suo essere ossessionata con
la religione è presentato come un elemento comico, con puntate (piuttosto
prevedibili) in cui la matrigna tedesca le fa mangiare per sbaglio polpette di
maiale durante il Ramadan e lei va in crisi. Ciò che apprezzo non è tanto il
fatto che sia un personaggio complesso (nessuno dei Cesaronien lo è davvero),
quanto il fatto che le venga data autonomia delle sue scelte. Lei è molto
religiosa perché è un modo per sentirsi più vicina alla madre defunta, ma il
padre e il fratello (che non sono religiosi, bevono birra e non osservano il Ramadan) non
la obbligano a fare nulla. Non è una donna musulmana oppressa, ma è pienamente
responsabile di tutte le due decisioni.
Ad un certo punto della
serie le differenze tra Cesaronien Turchi e Cesaronien Tedeschi si
appiattiscono e, come i conoscitori di format di soap operas possono
immaginare, prendono a volersi tutti bene. Il ragazzo turco, Cem, è maschilista
e macho, ma questo è dovuto più al suo essere un coatto ignorante (che, grazie
a questa serie ho scoperto dirsi “Prolet”) che ad essere Turco. Il suo migliore
amico, Kosta, che è coatto come lui e in più balbetta, non è infatti Turco ma
Greco. La ragazza che gli piace, Ching, è di origine asiatica ma la cosa viene
trattata in modo assolutamente normale nella Berlino multiculturale.
Quindi, in conclusione,
vorrei dare una stellina di merito a questa Germania che fa i corsi di lingua e
le serie tv che promuovono la diversità e vanno contro gli stereotipi. Ora, non
so se magari tutti gli altri programmi tedeschi che non guardo inneggino ai
baffetti sottili, o se tutti i corsi di lingua che non faccio mostrino
energumeni ariani che picchiano le foche, ma questi due esempi di cui parlo qui
mi hanno positivamente colpita. Voglio dire, negli Stati Uniti la gente rimane
basita a vedere in prima serata una famiglia multietnica. In Italia non mi
sembra proprio di aver mai visto un telefilm in cui una madre Italiana si sposa
con l’Albanese Bujar Cesaria che va in moschea tutti i venerdì (e se voi ne
avete visti ditemi pure che sono curiosa).
Vado più volentieri dal
dentista? No, assolutamente. Ora non posso neanche più lamentarmi in pace dei
denti del giudizio perché ho letteralmente davanti agli occhi l’incarnazione
del “pensa ai bambini in Africa Medio Oriente che soffrono”. Però sono felice
di vivere in un posto dove posso incontrare persone diverse che mi insegnano cose nuove.
Tipo che devo stare molto
attenta alle biciclette, o potrei finire in coma.
Ahahah lo sapevo che per imparare il tedesco saresti atterrata su "Kebab for breakfast" (il titolo un po' ignorante che hanno dato alla serie in Italia)! Io l'ho vista millemila anni fa su MTV (!), ma ricordo le risate per le assurdità. La seconda stagione è da mettersi le mani nei capelli, ma le cose peggiorano nell'ultima...
RispondiEliminaKebab for Breakfast? Non sapevo si chiamasse così in italia, bellissimo!
EliminaOddio, Kebab for breakfast!!!
RispondiEliminaScherzi a parte, è meraviglioso vivere in un melting pot culturale! anche qui è così.
Si, concordo in pieno...
EliminaMi pare di capire che questa serie c'è anche in Italia, adoravo i Cesaroni quando ero ragazzina, quindi voglio vedere anche questa :D
RispondiEliminaSi, allora devi! Ammetto che forse e' piu' per gli adolescenti (infatti e' per quello che subito mi sono venuti in mente i Cesaroni, che guardavo anche io da ragazzina!)
Eliminanon dirlo a Borghezio
RispondiEliminaNo, ma tanto con Borghezio non è che io ci parli molto...
EliminaSempre molto interessante e divertente!
RispondiEliminaGrazie milla :)
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