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domenica 30 ottobre 2016

Piu' Femminismo per Tutti

E' abbastanza assodato che essere una donna sia, certe volte, una palla. E non mi riferisco solo al ciclo (si be', pure a quello), ma a differenze di trattamento sul lavoro, nella sfera domestica, a scuola (e qui l'elenco potrebbe continuare per moooolto a lungo).

Una delle frasi che mi e' capitato di sentire e per cui le mie orecchie ancora stanno sanguinando e' "Certo, ora le donne sono uguali agli uomini, ma e' anche diventato tutto piu' pesante perche' oltre al lavoro devono badare ai figli, alla casa... non era meglio quando facevano solo le casalinghe?"

In questa frase che fa venire orgasmi a Costanza Miriano e la pelle d'oca al resto del mondo, c'e' pero' purtroppo un po' di verita'. Certe volte essere donne e' dura perche' da noi ci si aspetta tutto: lavoro, famiglia, etc etc. E non intendo solo il "preparare la colazione per tutti" (il che spesso, purtroppo, succede), ma anche tutto quel lavoro emotivo che e' fondamentale nella societa' e che di solito e' richiesto alle donne. Il fatto di consolare gli altri, esserci quando gli amici/figli/compagni hanno bisogno, ricordarsi di compleanni/festivita' e regali... tutto questo e' prettamente collegato alla sfera femminile.


Qui

(Scrivo questo soprattutto perche' ho dimenticato il compleanno di mia madre e mi sono sentita un mostro, e mi chiedo se fosse stato diverso che fossi stato un uomo e mi fossi dimenticata il compleanno di mio padre, ma non divaghiamo).

Il fatto che le donne debbano accollarsi il lavoro emotivo delle proprie relazioni, il lavoro reale della propria carriera e tante volte pure i lavori domestici nasce da alcuni presupposti fondamentalmente sbagliati della nostra societa' che sia uomini che donne perpetuano senza accorgersene (o a volte accorgendosene, ma a me piace dare il beneficio del dubbio).

Un'altra frase che mi fa venire voglia di infilarmi la cera nelle orecchie a mo' di Ulisse con le sirene e' "Ma lui e' un uomo, non e' capace di (inserire qui a scelta: cambiare pannolini; pulire il pavimento; ricordarsi del compleanno di un amico; cucinare un risotto; indossare calzini appaiati; stirare; stare a tavola senza ruttare)".

Frasi di questo tipo sono ovviamente dannosi per le donne, perche' se i nostri padri/figli/mariti/amici con pene sono impossibilitati a compiere certe azioni, ce le dobbiamo accollare noi. E pare evidente che farci qualche parcheggio a "S" e montare l'occasionale mobile IKEA non e' uno scambio equo per il quotidiano lavare/cucinare/stirare/organizzare feste di compleanno, quindi la mancanza di gender equality la soffriamo piu' che altro noi. 

Ma queste frasi sono particolarmente dannose anche per gli uomini, e non solo per le donne. Per due fondamentali motivi:

1) Connota gli uomini come esseri fondamentalmente idioti. Com'e' possibile che una persona normale non sappia pulire il pavimento? Voglio dire, basta prendere scopa e mocio, e pulire. Poi si fa un test semplice semplice: si guarda il pavimento, e se e' pulito, bene, altrimenti, si torna al punto uno. Capiamo che ammettere che il proprio marito/figlio/padre non sappia fare questa cosa e' un po' come dire "Ah, ho sposato un coglione" ed essere felice della cosa. 

Vorrei portare un breve esempio di questa cosa. Un'amica mi ha raccontato di una sua amica (che io non conosco perche' - per fortuna! - vivo in una bolla femminista dove certa gente non entra) che non poteva uscire il sabato sera, perche' doveva stare a casa con la bambina piccola e il marito. Se usciva, doveva chiedere a qualcuno di curare figlia e marito.
Io non giudico senza conoscere, quindi mi sono informata:
Il marito di questa persona e' priva di arti? E' in coma? 

Avendo avuto una risposta negativa ad entrambe, mi sono permessa di dire che questa coppia e' formata da decerebrati, perche' una donna non dovrebbe fare un figlio con un uomo che non e' in grado di tenerlo, e un uomo non dovrebbe fare un figlio con una donna che lo considera chiaramente un uomo di Neanderthal (ammesso comunque che secondo me l'uomo di Neanderthal sapeva cambiare i pannolini). E la cosa piu' agghiacciante e' che codeste persone contribuiscono al continuo della specie.





2) Il fatto che certe cose siano considerate prettamente femminili limita molto gli uomini nelle loro scelte. Ora molte famiglie non seguono piu' il modello lui-porta-la-pagnotta-lei-lava-e-cucina, e questo potrebbe far sentire gli uomini un po' minacciati. Parlando con un'amica della bolla femminista in cui vivo, lei ha esposto la teoria per cui mo' tutti si fanno crescere la barba non perche' siano hipster, ma perche' gli uomini si adornano di peli la faccia quando la mascolinita' e' in crisi.

Premesso che non so se la cosa della barba sia vera, la crisi della mascolinita' e' certamente in agguato: uomini che non sono piu' gli unici a guadagnare soldi, che si trovano donne che ne sanno quanto loro sul lavoro, che vivono in una societa' che sta seppellendo sempre piu' il modello patriarcale di famiglia. E' facilissimo non essere all'altezza delle aspettative. 

Le soluzioni, a modesto parere di Giupy, sono due: o decidiamo che oltre ad avere il ciclo, farci il mazzo al lavoro, pulire casa, essere emotivamente supportive fingiamo di essere meno brave di quello che siamo cossicche' i nostri uomini non si sentano minacciati dal nostro successo, OPPURE la smettiamo di pensare che un vero uomo debba essere quello che fino ad ora abbiamo pensato essere un vero uomo.

L'idea che gli uomini siano intrinsicamente incapaci di fare delle cose li ingabbia in un'idea di mascolinita' che non necessariamente va bene per tutti. Esistono uomini a cui non piace il calcio. Le automobili. Che guadagnano meno delle compagne. Che vogliono stare a casa a pulire e curare i figli. Che amano stirare, cucinare, fare la spesa. Che a volte hanno voglia di piangere, o di chiamare un amico, o di organizzare una sorpresa carina per il compleanno di qualcuno. Sara' difficile da credere, ma ci sono uomini che amano fare shopping e abbianare vestiti. 

Se io posso diventare scienziata, professoressa, astronauta, lo devo fare in un mondo in cui gli uomini possono diventare casalinghi, ostetrici, ballerini. Se io non voglio essere chiamata stronza quando espongo le mie idee o mi faccio valere, lo devo fare in un mondo dove un uomo non venga sminuito perche' e' dolce, gentile e si preoccupa per gli altri. 

E a me un mondo con piu' uomini cosi' non spiacerebbe


Il femminismo deve dare la possibilita' sia alle donne che agli uomini di scegliere quello che vogliono fare, in liberta'. Di esprimerci liberamente a seconda del nostro carattere, e non del comportamento in cui ci hanno incasellati.

Per cui smettiamo di dire che gli uomini non sanno fare le cose. Le sanno fare benissimo. Forse, hanno solo bisogno di un mondo in cui le possano fare liberamente. 

E ora, lettrici donne, prendete i vostri mariti e fategli subito cucinare un dolce. Io sono due settimane che monto mobili IKEA, e vi giuro che si puo' fare. 

lunedì 24 ottobre 2016

Ja, je suis very happy

Ci sono persone che hanno vite semplici. Che nascono, studiano, trovano lavoro facendo quello che hanno studiato per fare, si sposano, comprano casa, hanno figli. Tutto nella stessa citta'. Ora con la crisi un po' le cose stanno cambiando, ma piu' che una vita semplice, questa era semplicemente la vita standard.

Io queste vite le guardo sempre con una certa fascinazione. Perche' all'inizio un po' una vita cosi' la rifuggivo, ma poi e' semplicemente diventato che la mia vita ha preso un corso diverso da quella di molte altre persone. Ed essere semplice non mi riesce proprio

Cosi', ora il mio moroso lavora a Lussemburgo. Perche' oh, stare entrambi nello stesso Paese era troppo mainstream, e sia mai che non passo un confine alla settimana.

Ho quindi avuto l'occasione di fare un giro in Lussemburgo. Un Paese di cui, ammetto, conosco pochissimo.  E probabilmente conoscono pochissimo pure i Lussemburghesi stessi.

Il primo impatto l'ho avuto da Paul alla stazione. Ho chiesto un caffe' in Francese, la signora mi ha risposto, poi si e' messa a parlare Tedesco con la collega e Inglese con un'altra cliente. 

Perche', mentre noi siamo qui tutti a tirarci i capelli per imparare quelle due paroline di Inglese in croce che pronunciamo sempre come uno del Padrino, in Lussemburgo sono tutti quadrilingui (e' una cosa' cosi' rara che manco so se come parola esiste).

La loro lingua ufficiale e' il Lussemburghese, che in realta' e' molto simile al dialetto tedesco della regione Saar. Il Tedesco quindi gli viene perfettamente naturale. E il Francese lo parlano che Moliere non troverebbe niente da ridire. E a quel punto vabbe', pure l'Inglese diventa uno scherzo. Passi per le strade e vedi ragazzini che giocano a palla e si parlano tra loro in tre lingue assieme.

Da Paul c'era pure la foto del Granduca


Avete mai sentito parlare del Granduca del Lussemburgo? No? Ecco, e' perche' si fa i cavoli suoi. Non come i reali di Inghilterra che se Kate Middleton ha una verruca o se Charles fa l'abbonamento a Netflix lo mettono sui bus al posto delle false promesse di Farage

Se nessuno sa che e' il Lussemburgo e la sua storia, non e' solo perche' e' uno stato grande (e popolato) come il bidet che non ho, ma anche perche' tutti si fanno i cavoli loro. 

Infatti il Granducato e' su un'altura naturale circondata da un altrettanto naturale baratro. Praticamente un "non rompeteci le balle" fatto Paese. Appare piu' o meno cosi':


Dalla foto si nota la prima cosa che mi e' saltata all'occhio: il Lussemburgo e' tutto un unico cantiere.

La seconda cosa, e' che non ci sono metropolitane ma solo bus. Tantissimi bus, bellissimi bus, ma solo bus. E, di conseguenza, tantissime automobili.

La terza cosa e' che e' pulito. Non pulito a livelli di una citta' pulita: pulito piu' di casa mia, cosi' pulito che volevo buttare per terra la gomma da masticare solo per poterla mangiare di nuovo e sentire che sapeva di pulito. In Lussemburgo, evidentemente, nessuno butta mozziconi e cenere per terra, e gli uccelli girano con il pannolone.

Le tre cose sono tutte collegate ad una grande verita': in Lussemburgo sono tutti ricchi. Escono da palazzi appena costruiti e girano in lussuose automobili in strade pulitissime. 

Le conoscete EU Balls, vero? 

Le strade sono pulitissime perche' probabilmente c'e' uno spazzino quadrilingue che e' felice di renderle specchiate, visto che guadagna piu' di me. E di voi. Non so che lavoro fai tu, o lettore, ma ci sono buone probabilita' che lo spazzino lussemburghese prenda piu' di te. E don't get me wrong: credo sia giusto. Il suo lavoro e' molto piu' utile del mio, visto che io sto tutto il giorno a pensare e basta, ed e' giusto che prenda piu' di me.

Anche perche' lui e' quadrilingue.

Ecco, alle volte mi chiedo come sarebbe avere una vita semplice. Oppure come sarebbe avere una vita semplice, pero' in Lussemburgo. 


lunedì 17 ottobre 2016

Vecchia, Pervertita Europa

Quando stavo in USA mi e' capitato piu' di una volta di trovare persone che decantassero l'Europa per la sua liberta' sessuale. L'idea insomma che fosse una sorta di bordello a cielo aperto con sesso droga e colonne romane. Potrei dilungarmi su questa cosa ma per amore di sintesi mettero' qui una citazione esplicativa dal film Eurotrip:


Una volta mi e' pure capitato una signora che al mio "Sono Italiana" ha risposto "Ah, una volta sono stata in Italia e in TV era pieno di donne nude"
(Li per li c'ero rimasta male perche' loro ancora avevano Obama, ma ora che hanno Trump nessuno mi fara' mai piu' vergognare dell'Era Berlusconi).

La verita' pero' e' che la mia idea e' sempre stata esattamente il contrario, cioe' che sono piuttosto i film e telefilm americani ad essere un tripudio di sederi&similia. Ora pero' so che mi sbaglio: qui in Germania c'e' una sorta di reality show con dei VIP tutti biotti su un'isola.

Mi hanno detto che c'e' pure in Italia ma io non sono piu' benedetta dalla Mediaset, quindi nel caso qualcuno lo segua mi faccia sapere nei commenti. I miei colleghi tutti allegri mi hanno parlato di questo tripudio di gente famosa biotta, gente non necessariamente giovane o incredibilmente attraente. Da pseudointellettuali femministi sinistroidi, siamo giunti ad una felice conclusione: Dopo anni di oggettificazione del corpo femminile, finalmente un po' di oggettificazione del corpo maschile! (ognuno si prende la gender equality che puo')

Io l'ho guardato una sera, ma solo per interesse accademico, chiariamo. Sono in effetti una serie di persone nude che fanno normali attivita' quotidiane, tipo ballare o cucinare. Ho fatto notare che non e' molto igienico cucinare nudi, e il mio capo ha commentato con "Really? Is that what disturbs you of this Reality Show? The hygene?". La cosa che pero' preferisco e' che parlavano in Tedesco e io non ci capivo una cippa, pero' erano tutti educati e composti, a salutarsi con le strette di mano. Non fossero stati con le gioie al vento avrei detto sicuro che stavano a parlare di Nietzsche (e davvero non sono sicura non lo stessero facendo).

Pero' il bello della televisione tedesca non finisce qui. Sempre stando a colleghi (con le mie conoscenze limitate della lingua ancora non possiedo la chiave al meraviglioso mondo della pop culture) in Germania ci sono reality show di tutti i tipi. Per esempio uno racconta storie di persone che hanno avuto idee di business (piu' o meno) di successo. Una famiglia tedesca e' andata in vacanza a Miami e li si e' accorta che - pofferbacco! - non avevano i bratwurst. Cosi' hanno fatto un franchising di carretti mobili di bratwurst. Poi sono - sorpresa!- miseramente falliti, e hanno convertito il tutto in chioschi di hot dog. Che hey, negli Stati Uniti mancavano.


Sono quindi particolarmente felice di poter vivere in Germania e imparare questa lingua e poter esplorare i loro reality show. E so che la televisione tedesca puo' darmi immense soddisfazioni, calcolando che l'attrice di Eurotrip ha anche recitato in un telefilm che si chiama "Eine Liebe am Gardasee", una sorta di Un Posto al Sole girato sul lago di Garda con Tedeschi che impersonano Tedeschi in vacanza ed altri Tedeschi che impersonano Italiani con accenti improbabili.

Davvero, non vedo l'ora di imparare il Tedesco. 

mercoledì 12 ottobre 2016

Max Weber

Max Weber e' considerato uno dei padri della sociologia ed e uno dei piu' importanti pensatori tedeschi. A dirla tutta Max e' nato in Prussia perche' non e' proprio recentissimo, ma il suo pensiero e' profondamente radicato nella societa' tedesca e spiega mooooooolto bene alcuni fenomeni crucchi contemporanei.

Infatti, tra le altre cose, Max parlava di burocrazia. Diceva che con l'avanzamento della modernita' la societa' era sempre piu' razionale, impersonale. Si creava quella che lui definiva una "gabbia di ferro" (iron cage) tenuta in piedi da un sistema burocratico-amministrativo.

Leggendo Max, ho sempre pensato fosse un tantinello negativo. Mai quanto Ted, ma sempre un po' vedeva nero. Certo, come spiega la sua pagina Wikipedia da giovane universitario si divertiva a bere e baccagliare ('drinking and fencing'), ma poi pero' ha sposato una con cui pare non abbia mai consumato.

Nella foto di Wikipedia sembra un pochino triste, eh

Ho capito solo vivendo in Germania la vera causa del suo pessimismo. La gabbia di ferro ESISTE. Io l'ho sperimentata e non c'e' pratica zen, iniezione di serotonina o film con Johnny Depp che tenga: e' terribilmente frustrante, deprimente, e ti fa venire voglia sia di afferrare un nodoso bastone di quercia e inseguire gente a caso per gli uffici sia di dare ripetutamente colpi al tavolo con la testa per mezz'ora.

Per esempio, l'altro giorno mi ha chiamata la banca. Una gentile impiegata mi ha detto che l'amministrazione pubblica da cui sono assunta aveva per sbaglio trasferito a me i soldi destinati ad uno che aveva un nome simile al mio, tipo Giupius. Mi ha messo davanti alla scelta: vuoi ridare i soldi a Giupius, o lasciare che lui muoia di fame ed essere disonesta ricca e felice per sempre?

Io ho ridato i soldi a Giupius. Perche' credo nel karma, perche' sono orrendamente onesta, e perche' ho una paura tremenda che in realta' Angela Merkel mi guardi e mi giudichi in una sorta di Grande Fratello.

Poi pero' mi sono accorta che a me non era stato pagato nessuno stipendio, visto che i soldi erano in realta' di Giupius. Allora sono entrata nella grande gabbia di ferro della burocrazia tedesca, andando nell'ufficio di risorse umane.

Ora, in un articolo che parlava di Weber ma che raccontava pure dei gossip, ho letto che Max per piu' di cinque anni non ha pubblicato nulla. L'autore dell'articolo faceva notare che l'accademia oggi ha una logica di "publish or perish", ovvero con un gap cosi' lungo senza pubblicazioni, Max sarebbe stato licenziato (cio' accade in tutte le universita' del mondo tranne che in Italia dove vecchi e inutili professori stanno attaccati alla cattedra come delle cariatidi e mai vengono mandati via pure se non pubblicano manco un tweet, btw). Ovviamente al tempo di Max era diverso, e poi, dico io, dopo cinque anni questo se n'e' uscito con l'"Etica Protestante e lo Spirito del Capitalismo," che e' tipo un libro base della sociologia. Mica la Pimpa.


Ad ogni modo, ora so che Max non ci ha messo tutto quel tempo a scrivere perche' era ubriaco/frustrato/ci vuole un po' ad inventare una nuova disciplina. No. L'ha fatto perche' quando sei un accademico in Germania passi tutte le tue stramaledette giornate a rincorrere la burocrazia. Ad iscriverti in comune. A trovarti un'assicurazione medica. A fornire tutti i maledetti documenti che ti servono per avere il rimborso di una conferenza (oggi la segretaria mi ha chiesto con aria inquisitoria se avessi dormito in un letto singolo o matrimoniale durante una conferenza, e quando ho risposto che era matrimoniale, lei ha fatto presente che le guidelines prevederebbero un letto singolo. Per dire).

Poi sono andata all'ufficio risorse umane perche' non mi avevano pagato lo stipendio. La responsabile non rispondeva a mail e telefono, cosi' le ho fatto un agguato. Le ho chiesto ragioni del mio stipendio.
"Ma non lo so, non e' il mio lavoro" ha detto lei, brusca.
Scusa. Mi sa che dovevo andare a chiedere al calzolaio, allora.

Su mia insistenza ha controllato cosa non andava. Ho decretato che era colpa mia perche' PRIMA ho firmato il contratto di lavoro e POI mi sono iscritta in comune per il domicilio, quindi non mi pagano.
"Ma quando sono arrivata stavo in un AirBNB, non potevo iscrivermi in comune" ho cercato di spiegare io
"Allora dovevi aspettare a firmare il contratto" ha detto lei
"Ma VOI mi avevate detto che dovevo firmarlo prima di inizare a lavorare (e mi avete pure minacciato di non assumermi perche' non avevo tutti i documenti che volevate, e non li avevate perche' mancava il certificato di dottorato, che mancava perche' ancora non mi ero dottorata, ma voi non volevate ascoltare ragioni)

Insomma, non solo la gabbia di metallo, ma anche Asterix e le dodici fatiche 



A questo punto mi sono chiesta come faccia la Germania a stare cosi' bene. Hanno soldi, hanno welfare, hanno buoni stipendi... com'e' possibile, visto che sono governati da un tale sistema amministrativo? Al momento non faccio altro che immaginarmi Angela che chiama tutti i ministri e con aria diabolica dice "Ah! Inventiamoci nuovi cavilli burocratici per rovinare la vita a questi idioti!"

Com'e' finita la mia storia?
La signora delle risorse umane ha decretato che dovevo andare in un centro finanziario, ma non sapeva dirmi cosa fosse ne' dove fosse. Al mio insistere ha risposto
"Mrs Giupy, don't you see I'm busy with my work?" Signora Giupy, non vede che sono impegnata con il mio lavoro? (E qui ho iniziato a sospettare che forse davvero stavo parlando con un calzolaio)
Al che io ho avuto un momento di alterco e, non avendo piatti da lanciare, mi sono limitata a piazzarmi in mezzo all'ufficio dicendo "I have no fucking idea where this fucking office is".
Non tanto per tutta la situazione, quanto perche' mi ha chiamato "signora" e non "dottore". Respect, please.

Alla fine ho (forse) risolto. Pero' ora capisco un po' di piu' Weber, i suoi cinque anni senza scrivere, e le sue idee sulla burocrazia. Coraggio Max, oggi ti stimo un po' di piu', non solo come pensatore, ma come persona. D'ora in poi nel fare una linga e strenuante fila per poi scoprire che sono nel posto sbagliato, pensero' che ci sei passato pure tu, e un po' mi sentiro' sollevata.


E voglio dire, la gloria imperitura di stare in un meme

domenica 9 ottobre 2016

Make Love, not Walls

Vi ho parlato del fatto che il mio e' il lavoro piu' bello del mondo? Infatti sono appena stata ad una conferenza in cui parlavamo di Internet. Praticamente un'immensa sessione di Twitter e Facebook e blogs in cui di tanto in tanto ci servivano del vino. Faccio di lavoro quello che la gente deve aspettare di fare nel tempo libero.

In piu', la conferenza stava a Berlino, perche' gli accademici non sono cretini, e non si incontrano mai a Busto Arsizio.
E visto che ero a Berlino mi sono guardata alcuni luoghi turistici.

E qui apriamo un capitolo che trovo interessante nei Tedeschi: la memoria.
Gli Americani hanno costruito un impero sul sangue dei Nativi e stanno li a celebrare il Columbus Day mentre questi stanno a bere nei casino' e nelle riserve.
In Francia se chiedi cos'era l'Algeria fanno tutti gli indifferenti.
Noi abbiamo avuto il Fascismo ma in fondo i treni arrivavano in orario no? E poi hanno bonificato l'Agro Pontino no?
Il Giappone lasciamo stare.

I Tedeschi, invece, ricordano. Una volta parlando con un amico tedesco mi ha raccontato che studiare storia a scuola e' un po' un continuo sentirsi in colpa.

In mezzo a Berlino c'e' il memoriale per gli Ebrei



Che e' inquietante, ma a me piace. E qui direte certo, questa cosa non si puo' non ricordarla, e' una cosa troppo orribile.

Pero' c'e' dell'altro. C'e il muro, che questa settimana (il tre Ottobre) e' la data della riunificazione.


Il memoriale del muro mostra i volti delle vittime della gente che non e' riuscita a scappare da una parte all'altra, racconta storie di famiglie rimaste separate, fa vedere foto di donne incinta e bambini che saltavano da una finestra per salvarsi. 

C'e' la ricostruzione di una chiesa che hanno abbattuto per fare il muro


Una cosa che mi ha molto colpita del muro e' un banale dialogo che ho avuto con un collega poco piu' grande di me. Stavo parlando del fatto che io sono una fan di Miss Piggy e lui mi ha guardato un po' vago.
"Ma come, non avete i Muppets in Germania?" mi sono informata io
"Ah no, e' che io vengo dall'Est". Li' non potevano guardarli.
Poi mi ha raccontato di come la nonna alle volte contrabbandava dei libri, con i doppifondi  nelle valigie per non farsi scoprire a passare dall'Ovest all'Est.

Mi ha fatto senso perche' quando si parla di muri mi vengono sempre in mente mondi lontani nel tempo e nello spazio, la Palestina, la Corea del Nord, l'idiozia di Trump. Invece il muro di Berlino c'era quando io sono nata e ha condizionato la vita della gente nell'ufficio di fianco al mio.

Credo sia giusto fare un veloce, banale ma utile reminder sul fatto che i muri sono sbagliati. Come ho letto una volta sulla porta di un bagno in Colorado, "We're all alone, make bridges, not walls".

E poi, per sollevare il tono, e' giusto postare 99 Luftballons

Che sembra tutta allegra ma se l'ascolti parla di Guerra Fredda. E io che pensavo ai palloncini delle feste anni Ottanta...

lunedì 3 ottobre 2016

Prost

Alzi la mano chi non ha mai pensato che Germania e' sinonimo di Oktoberfest.

Questa festa, famosa in tutto il mondo ma tipica della Baviera, si chiama "Oktoberfest" ma e' a Settembre. Contraddizioni a parte, mi e' spiaciuto scoprire, una volta arrivata a Bochum, che in questa parte di Germania non si festeggia.

Mi e' spiaciuto scoprirlo perche' a me piacciono le feste. Non so per quale motivo, nel mio cervello l'Oktoberfest era un momento di gioia e amore in cui le persone banchettano e bevono una grande varieta' di prelibatezze senza glutine ascoltando musica tirolese e ballando felici.

Il che forse e' vero, pero' io ne ho avuto un'impressione un po' diversa.
Venerdi' mattina ho preso un treno. Mentre sorseggiavo il mio cappuccino tentando di lavorare sul mio computer, mi sono ritrovata schiacciata da una banda di Tedeschi urlanti. Dopo una breve ricognizione per i vagoni, ho scoperto che erano tutti affollati da pachidermi sudati e rubizzi che cantavano e bevevano birre mischiate a Jagermeister. La colazione dei campioni, insomma.

In piu', alcuni erano vestiti cosi':


O anche cosi'


Perche', ho appena scoperto, i negozi tedeschi si riempiono di questo tipo di vestiti (quelli femminili sono i dirndl, che mi sembra una parola assurdamente piena di consonanti) in onore dell'Oktoberfest

Quindi, il mio unico assaggio di Oktoberfest non e' stato particolarmente attraente. Certamente pero' e' interessante vedere come si sviluppa la cultura della birra qui in Germania.

Per esempio, la birra costa pochissimo. Meno dell'acqua. E si puo' bere ovunque, in strada, in piazza, all'universita' (perdonate il mio stupore, ma ho vissuto quattro anni all'insegna del proibizionismo). Esiste pure un concetto che e' piu' o meno "prendere una birra da passeggio per andare da un pub all'altro"

Vi chiederete a questo punto: ma i Tedeschi sono sempre ubriachi?
Non credo. Non che ne abbia visti tanti. Oltretutto, un giorno sono andata ad una festa di compleanno (a base alcolica, come ogni festa over 13) che iniziava alle quattro, perche' Kein bier von vier. Ovvero, niente birra prima delle quattro. Si autoregolano alla perfezione (pure se forse i miei compagni di treno questa cosa l'avevano un pochino dimenticata). 

E' cosi' meravigliosamente ironico che una celiaca venga dal Paese della pasta e della pizza, e si trasferisca nel Paese della birra.